Le razze brachicefale sono ormai da molto tempo conosciute per una serie di molteplici alterazioni anatomiche congenite ed acquisite, che sono responsabili di una più o meno grave (a seconda del cane e dell’età) ostruzione delle vie aeree respiratorie superiori.
Tra le acquisite ricordiamo soprattutto la progressiva iperplasia del palato molle ed il collasso laringeo (più alcune alterazioni concomitanti a carico delle vie aeree inferiori come il collasso bronchiale dinamico/statico, che sempre più frequentemente vengono riscontrate in soggetti di queste razze).
E’ a tutti evidente che tutti i cani appartenenti a queste razze manifestano in modo più o meno marcato una respirazione difficoltosa; è però importante non fare l’errore di pensare che questa sia la normalità!
Qualsiasi cane appartenente ad una di queste razze soffre di una ostruzione delle vie respiratorie, che può essere da sub-clinica a clinicamente manifesta (e spesso ingravescente).
Non esiste nessun cane brachicefalo che possa essere definibile “normoconformato” per quanto riguarda le vie respiratorie. Partendo da questa considerazione risulta facile capire quanto sia importante quantificare la gravità delle alterazioni presenti in ogni singolo soggetto, anche nell’ottica di poter procedere con delle pratiche chirurgiche correttive preventive.
Si parla di “preventive” perché, sebbene alcune delle alterazioni risultano congenite (la più evidente a tutti ad es. la stenosi delle narici), altre alterazioni si sviluppano secondariamente come conseguenza delle anomale pressioni inspiratorie e degli anomali flussi d’aria a cui sono sottoposte le varie porzioni dell’apparato respiratorio di questi cani.
E’ cosi’ ad esempio per il palato molle, che (oltre a risultare eccessivamente lungo in molti di questi cani) può andare incontro nel tempo ad un progressivo ispessimento per l’iperplasia mucosale e ghiandolare secondaria all’irritazione cronica a cui questa struttura è sottoposta.
Ed è così anche per il laringe, che può sviluppare nel tempo una progressiva condizione di collasso (=restringimento del lume), dovuta all’irritazione mucosale cronica, alle eccessive pressioni negative inspiratorie e ad un fenomeno fisico chiamato “effetto bernulli”, che fa si che le cartilagini laringee (struttura portante del laringe) vengano a perdere progressivamente la loro consistenza e vengano “trascinate” progressivamente verso la parte centrale del laringe.
Si riconoscono principalmente tre gradi di collasso laringeo:
1°_eversione dei ventricoli (con formazione dei cosiddetti sacculi laringei)
2°_avvicinamento dei processi cuneiformi delle cartilagini aritenoidee
3°_avvicinamento anche dei processi corniculati delle aritenoidi con vero e proprio accavallamento dei processi cuneiformi.
E’ fondamentale capire che queste alterazioni sono acquisite, perché questo equivale a dire che si aggravano progressivamente anno dopo anno, e non sono già così alla nascita. Il problema è che una volta instauratisi non sono più reversibili.
Ecco perché è fondamentale un’attenta valutazione del soggetto brachicefalo ed una eventuale chirurgia correttiva preventiva.
Da ciò scaturisce l’importanza dell’endo-scopia delle vie aeree di questi cani. Infatti, mentre la valutazione delle narici per un’eventuale presenza di stenosi può essere ovviamente condotta con l’animale sveglio, la valutazione di altre strutture come il rinofaringe, il laringe, la trachea ed eventualmente i bronchi trova il suo massimo completamento con l’esame endoscopico, che risulta speso superiore ad altre metodiche diagnostiche (radiografia per esempio) perché in grado di valutare il problema anche da un punto di vista dinamico, durante cioè le varie fasi del respiro.
Ricordiamo che i soggetti appartenenti alle razze sopraelencate possono passare molto facilmente da una condizione di difficoltà respiratoria subclinica ad una gravissima dispnea per eventi che per un cane normale risulterebbero del tutto innocui, come una lieve attività fisica oppure l’esposizione ad una temperatura o ad una umidità relativa più alta del solito (comuni sono gli episodi di sincope di questi soggetti soprattutto nel periodo estivo).fonte:
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TRATTAMENTO MEDICO CONSERVATIVO
Se la patologia non viene trattata chirurgicamente, è fondamentale cercare di evitare o almeno contenere i fattori predisponenti e aggravanti al fine di
ridurre la difficoltà respiratoria.
Pertanto, se il soggetto è obeso, è indispensabile instaurare una drastica
dieta ipocalorica.
Se la difficoltà respiratoria è lieve, è necessario limitare l’attività fisica del
soggetto, le situazioni di stress o di eccitazione che possono scatenare crisi respiratorie gravi.
In assenza di una buona correzione chirurgica, la patologia, se di grado
modesto, può essere tenuta sotto controllo ma risulta chiaro che il paziente
non potrà mai condurre una vita normale.
In caso di dispnea grave, si deve intraprendere tempestivamente il trattamento medico d’urgenza.
TRATTAMENTO MEDICO D’URGENZA
Il paziente può presentarsi con una grave dispnea ostruttiva; la regola d’oro è non nuocere quindi non eseguire alcuna procedura tale da peggiorare lo
sforzo respiratorio prima della stabilizzazione del paziente.
Il trattamento d’urgenza è basato sull’ossigenoterapia da attuarsi mediante diverse tecniche: flow by, collare elisabettiano, sondino nasale, maschera,
gabbia ad ossigeno.
Il metodo più semplice e poco stressante per un soggetto gravemente dispnoico, è generalmente il flow-by ossia applicare davanti alla bocca e al naso del paziente un flusso di ossigeno umidificato.
Il secondo end-point del trattamento medico d’urgenza è cercare di ridurre lo sforzo respiratorio, mediante una blanda sedazione da ottenersi
con la somministrazione di oppiacei come il butorfanolo e/o basse dosi di
acepromazina.
Allo stesso scopo, può essere utile, inoltre, la somministrazione di corticosteroidi a rapida azione a dosaggi antinfiammatori come il desametasone,
al fine di ridurre l’edema laringeo secondario.
Un paziente dispnoico può presentare anche ipertermia che, se non trattata, può causare un colpo di calore; pertanto, si necessita anche di un monitoraggio frequente della temperatura rettale e, se occorre, abbassare gradualmente la temperatura corporea mediante spugnature fredde, ventilazione e
fluidoterapia endovenosa con soluzioni cristalloidi raffreddate.
Se l’animale è fortemente dispnoico e cianotico, una rapida induzione
dell’anestesia si renderà necessaria per l’intubazione endotracheale ma, se
tale procedura è impedita dall’edema o collasso laringeo, non si deve esitare
a praticare una tracheostomia d’urgenza temporanea in attesa della correzione chirurgica
TRATTAMENTO CHIRURGICO
Il trattamento chirurgico è finalizzato ad attenuare i segni clinici della sindrome brachicefalica, correggendo le alterazioni anatomiche ad essa associate.
La correzione chirurgica prevede:
- Resezione del palato molle
- Escissione dei sacculi laringei
- Tracheostomia d’urgenza e poi permanente (collasso laringeo).
Considerazioni anestesiologicheL’anestesia di un paziente con BAS, richiede grande attenzione in quanto
tutti i farmaci sedativi e anestetici possono indurre un collasso delle prime vie
respiratorie.
L’anestesia causa anche un miorilassamento dei gruppi muscolari come il
genioioideo, il genioglosso, lo sternoioideo che tali pazienti impiegano attivamente per favorire la respirazione.
Risulta quindi indispensabile il monitoraggio della saturazione di ossigeno mediante la pulsossimetria, un’intubazione tempestiva con un tracheotubo di piccole dimensioni, preossigenare il paziente e tenere sempre a disposizione un aspiratore
È altresì importante, tenere a portata di mano i farmaci anestetici per l’induzione qualora, a intervento terminato, si dovesse reintubare d’urgenza il
paziente.
fonte:
57° Congresso Nazionale SCIVAC • Perugia, 26-28 Ottobre 2007 • Le sfide nella chirurgia dei tessuti molli
Roberto Bussadori
Med Vet, Milano
Alessia Fedrigoni
Med Vet, MilanoSenza voler allarmare nessuno, penso sia necessario dare queste informazioni. Il Cavalier King è per la conformazione della testa tra le razze meno a rischio di questa patologia, che tuttavia può presentarsi con l'avanzare dell'età.
Questa razza soffre di una lassità legamentosa purtroppo genetica e impossibile da prevenire, lassità che la predispone al prolasso della valvola mitrale, ad ernie del disco e a difficoltà respiratoria in seguito al prolasso del palato molle.
Un cavalier con difficoltà respiratoria prima sotto sforzo o in caso di stress e poi anche a riposo, dovrebbe essere valutato anche in questo senso.