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MessaggioTitolo: COMUNICARE BENE CON LUI...   COMUNICARE BENE CON LUI... Clock-11Dom Apr 28, 2013 4:09 pm

Come comportarsi quando… aumenta la famiglia
Il cucciolo a casa sua


Comunicare bene con lui. Fatelo dormire nella vostra camera

-INC APRILE 2010- Come comportasi quando arriva un cucciolo in...famiglia

E’ tempo di adozione! Nel viaggio di crescita del cucciolo il momento più difficile è senz’altro quello dell’adozione, del distacco dalla mamma e dai fratellini e l’inserimento in un nuovo branco con il conseguente attaccamento che il cane sviluppa verso un membro della famiglia che lo adotta. Solitamente il cucciolo viene adottato quando ha appena concluso il periodo di transizione, durante il quale aveva cominciato ad attaccarsi alla madre. Questo fondamentale legame si interrompe quando il piccolo viene separato dalla cagna per entrare nel nucleo familiare umano. In questa nuova realtà il cucciolo attraversa una breve crisi che tutti i proprietari conoscono come caratterizzata da pianti e lamenti. Proprio in questo periodo è indispensabile che il cucciolo trovi un essere a cui legarsi per trovare un punto di riferimento rassicurante che gli faciliterà la socializzazione nei confronti del genere umano. Questa persona prescelta sostituirà la madre naturale.
Consentire al cucciolo di dormire accanto alla persona cui è più affezionato rafforza maggiormente questo legame. Su questo argomento ci sono pareri contrastanti,c’è infatti chi sostiene che non si debba far dormire l’animale nella stanza del proprietario e consigliano di collocare il cucciolo in una stanza isolata anche se il piccolo ulula. E’ provato che, se il cucciolo dorme insieme alla persona prescelta, riposa più tranquillo e non sporca in giro, mentre se viene isolato sono molto più frequenti quelle attività notturne che faciliteranno urina ed escrementi in casa.
I proprietari non hanno generalmente la pazienza di aspettare, dunque gli allevatori dovrebbero fare in modo che il cucciolo sia “pronto” a creare meno problemi possibili, cosicché proprietario e cane riescano a superare questa fase di inserimento, che è sempre la più complicata.
Nel primo periodo di adozione l’allevatore dovrebbe affiancare la figura del nuovo proprietario e continuare a seguire lo sviluppo del cucciolo. Nel periodo in cui il cane si inserisce nella nuova famiglia, si deve stare attenti a comunicare bene con l’animale, per non compromettere la relazione stessa, e per non gratificare comportamenti, che inizialmente potrebbero non significare niente, ma che in seguito potrebbero dare indicazioni errate soprattutto relativamente al rango sociale. Mi riferisco soprattutto alla continua ricerca di attenzione da parte del cucciolo, dargli continue attenzioni è un atteggiamento in netta contrapposizione con il comportamento parentale dei cani, che invece favorisce il distacco e l’autonomia.
Il piccolo che riceve attenzione per qualsiasi comportamento manifestato produce l’aumento delle strategie di ricerca di attenzioni, l’iperattaccamento e il rischio di ansia da separazione. Il cane sin da piccolo deve sviluppare rituali di deferenza per assicurarsi il controllo delle risorse come cibo, affetto, compagnia dell’uomo, è molto facile far insorgere equivoci sulla posizione di rango, con conseguenze assolutamente negative sulla relazione uomo-animale.
Un processo che il cucciolo deve sviluppare nel periodo dell’adozione è quello dell’ “abituazione”, ovvero la capacità di adattarsi ad una molteplicità di ambienti. Per riuscire a sviluppare tale abilità, il cucciolo deve avere un livello di stabilità emotiva e non deve avere determinate reazioni ad alcuni stimoli. I cuccioli devono essere esposti ad una grande varietà di stimoli ambientali, compresa la manipolazione da parte di persone di età e sesso differenti. L’allevatore dovrebbe iniziare questo processo quando il cucciolo non è ancora stato adottato, poi seguire i nuovi proprietari affinché il cane continui con tale tipo di apprendimento e a vivere esperienze positive. La mancanza di stimolazioni precoci può avere come conseguenza una ridotta capacità di apprendimento, ipereccitabilità e iperattività collegata ad una mancanza della capacità ad abituarsi a nuovi ambienti. Si potrebbe verificare iperattaccamento ai proprietari con i sintomi associati quali la ricerca di attenzioni e l’intolleranza all’isolamento.
Qualora il cucciolo sia privato di esperienze ambientali, che inevitabilmente incontrerà nel corso della vita, potrà verificarsi una involuzione del comportamento adattivo di paura e di evitamento. Gli allevatori devono tenere ben presente questa possibilità, considerando che il cucciolo viene adottato all’età media di 8 settimane, quando il periodo dello sviluppo in cui si verifica l’approccio volontario e senza paura ad uno stimolo nuovo è già finito, a meno che si sono precedentemente presentate associazioni positive e sono stati stimolati processi di abituazione con risultati positivi. Spesso si verifica il rischio di rinforzo accidentale della paura, bisogna evitare questo, in quanto l’emozione della paura è a volte collegata a manifestazioni comportamentali di aggressività, dunque non va assolutamente sottovalutata.

Giusy Mazzalupi
(ETOVET gruppo di ricerca Fisiologia veterinaria ed Etologia,
Università di Pisa)

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